Le misteriose gargouilles di Notre Dame

Se siete a Parigi e avete programmato una visita alla cattedrale di Notre-Dame, prima di entrare fermatevi a guardare in alto verso le torri e la maestosa facciata. Scoprirete, accanto alle grondaie che sporgono dai tetti, una quantità di mostruose creature di pietra con sembianze di animali inesistenti, orribili e spaventosi, che sembrano in qualche modo evocare il Diavolo. Perché, che ci crediate o no, sembra proprio che il Maligno abbia partecipato all'edificazione della cattedrale parigina…

gar2…È quello che afferma una leggenda. Al tempo in cui fu costruita la cattedrale, nel XII secolo, un apprendista fabbro, certo Biscornet, voleva fare carriera e diventare maestro ferraio. Per raggiungere il suo scopo, avrebbe dovuto dare prova della sua abilità e creare qualcosa di eccezionale. La corporazione dei fabbri decise di affidargli la progettazione e la costruzione di tutte le serrature di Notre-Dame con i relativi fregi in ferro battuto da applicare sulle porte.

Biscornet non si aspettava una prova tanto ardua, un lavoro enorme e di così grande impegno. Provò a disegnare e a forgiare le decorazioni, ma ben presto si rese conto di non essere all'altezza del gravoso compito. Scoraggiato e disperato nel rendersi conto di non poter realizzare il suo sogno, una sera il giovane, davanti al fuoco della fucina, gettò tra i carboni ardenti i suoi arnesi di lavoro, gridando: “Al diavolo!” Fu in quel momento che il Maligno si materializzò davanti ai suoi occhi e gli propose uno scambio: le serrature di Notre-Dame contro la sua anima! Spaventato, Biscornet rifiutò sdegnosamente.
gar3Ma il mattino seguente, al suo risveglio, il giovane fabbro trovò sul suo banco di lavoro tutte le serrature, costruite perfettamente ed esattamente come lui avrebbe voluto farle. Quando videro quei capolavori di serramenti, i Maestri della corporazione restarono estasiati. E, attribuendoli a Biscornet, lo nominarono immediatamente Maestro del nobile mestiere.

Il Diavolo ha la chiave…
Purtroppo, una volta che le serrature vennero montate sulle numerose porte della cattedrale, ci si accorse che soltanto quella della porta principale, funzionava alla perfezione, mentre quelle di tutte le altre porte restavano bloccate inesorabilmente. Le chiavi erano introvabili o inesistenti. La vendetta del Demonio si era compiuta!
Al povero Biscornet non restò altro da fare che ammettere la propria sconfitta e togliersi la vita. Non è dato sapere se la sua anima finì all'inferno o se fu salvata dall'intervento di Notre-Dame, la Vergine Maria, ma una cosa sembra certa: il Diavolo intervenne a modo suo nella costruzione di quel tempio che era stato edificato proprio per tenerlo lontano.

gar5Notre-Dame salva Notre-Dame
Parecchi secoli dopo, nel 1831, Victor Hugo pubblicò il suo famoso romanzo Notre-Dame de Paris e immaginò che l'impossibile incontro d'amore tra Quasimodo, essere deforme e infelice, con la bellissima gitana Esmeralda avvenisse proprio nella cattedrale, che a quell'epoca si trovava in un tale stato di abbandono e di degrado che si pensava addirittura di demolirla. Il successo enorme del romanzo di Victor Hugo, però, fece talmente presa sull'immaginario dei parigini che le autorità amministrative della città presero in considerazione la possibilità di restaurare il tempio.
Fu il re Luigi Filippo, nel 1842, a dare il via al restauro. I lavori, affidati al famoso architetto Jean-Baptiste Lassus, durarono più del previsto. Dopo i primi dodici anni, il ventottenne assistente di Lassus, l'architetto Eugène Viollet-le-Duc assunse la direzione del restauro. Egli intraprese ogni tipo di sperimentazione, ripristinando sia i muri portanti che lo straordinario apparato scultoreo. Molte figure dei tre portali della facciata furono rifatte, pinnacoli e contrafforti furono sostituiti. I più abili vetrai di Francia furono coinvolti per riprodurre l’affascinante policromia dei tre grandi rosoni, a somiglianza di quelli delle cattedrali italiane.
Viollet-Le-Duc, sembrò inventarsi così una chiesa medievale che medievale non era affatto. Il suo “stile gotico” era pura invenzione, non avendo nulla in comune con l'autentico gotico. Una delle sue innovazioni più importanti fu la costruzione di una guglia che prima del restauro non c’era: una freccia di ghisa alta 45 metri e pesante 750 tonnellate, innalzata verso il cielo, proprio all’incrocio tra la navata principale e il transetto, lontanissima dai modelli del XII-XIII secolo.
gar4La guglia fu affiancata da quattro gruppi di statue in rame raffiguranti i dodici apostoli e i simboli dei quattro evangelisti. Tutte le statue guardano verso la città. Solo una, quella di San Tommaso (l’apostolo che per credere veramente voleva toccare con mano), ha lo sguardo rivolto verso la guglia. Il suo volto riproduce le sembianze di Eugène Viollet-le-Duc che ammira, con orgoglio, la sua opera più controversa.
Il geniale architetto pensò anche a preservare i muri esterni di Notre-Dame dal logorio dell'acqua che colava dai tetti. Perciò lungo la facciata della cattedrale e tutt'intorno fece sistemare quelle che furono chiamate les gargouilles. Pensando al suono di quella parola, viene in mente il gorgogliare dell'acqua, quel “glu-glu-glu” che segna la discesa delle acque piovane verso gli scoli attraverso le grondaie e i condotti idraulici. E le gargouilles altro non sono che grondaie mascherate con sembianze singolari e fantastiche, che si protendono nel vuoto per far cadere le acque piovane il più lontano possibile dai muri della cattedrale, che altrimenti ne verrebbero danneggiati.



Accanto alle gargouilles, con la loro essenziale funzione tecnica, Viollet-le-Duc volle piazzare 54 mostri di pietra appollaiati qua e là sulla facciata di Notre-Dame e tutt'intorno alla cattedrale. animali fantastici, chiamati chimères. Salendo i 387 scalini della torre nord, si possono ammirare da vicino queste fantastiche creature: basilischi, cormorani, cani rabbiosi, demoni con unicorno, arpie, gatti-pantere, leopardi, orsi… Sono lì ad osservare lo scorrere lento della Senna e della Storia, ma soprattutto per spaventare il Maligno, per impedirgli di penetrare all'interno della casa di Dio. La più famosa delle chimères è la Stryge, spirito maligno che vive solo di notte, una figura inquietante, dai tratti forse anche ironici, ma soprattutto simili a spaventosi incubi o a terribili paure da esorcizzare.

Letto 847 volte Ultima modifica il Giovedì, 30 Maggio 2019
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Bepi Marzulli

Barese di nascita, studi superiori a Torino e Roma, la sua città di adozione, Bepi Marzulli è iscritto all'Albo dei Giornalisti dal 1977. Le origini familiari, radicate nell'imprenditiorialità di cinema e teatro, gli hanno consentito, giovane studente universitario, di accostarsi al mondo dell'editoria scrivendo numerosi soggetti e sceneggiature per la più importante casa editrice di fotoromanzi, la Lancio, di cui, anni dopo, è stato Direttore Generale. Ha lavorato per molti anni a Parigi, a capo della Rusconi France, dirigendo riviste di moda come Femme e Mariages, di arredamento, Décoration Internationale, e di archeologia come L'Archéologue e Archéologie Nouvelle

Tornato a lavorare in Italia, ha creato e dirige da oltre vent'anni Axioma, una società di outsourcing editoriale che produce periodici e contenuti giornalistici per Editori come Mondadori, Rizzoli Rcs, Cairo. Collabora con varie testate, scrivendo di vari argomenti tra cui enigmistica e gastronomia.

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